Jamming for Ro(Land): il racconto (24.03.2022)

Siamo convinti che la fiducia e la trasparenza tra le persone siano la chiave per sostenere nel tempo e in modo fecondo le nostre società attraversate da guerre, crisi, pandemie, siccità…Ci servono soprattutto alleanze e non nemici per orientare conoscenza e azione. “Jamming” - ispirandosi a Bob Marley -  è un invito a unirsi per condividere ciò che sappiamo, ciò che ci sembra giusto, con autenticità e con l’augurio sia piaciuto e possa ripetersi.

Jamming for (Ro)Land (24 marzo 2022, vedi news originale qui) è stata una mattinata partecipata, concertata in 4 stazioni a flusso continuo per circa 220 studenti delle classi terze e quarte dell’Istituto. Ci siamo raccontati cosa sta accadendo al sito dove è stata costruita la nostra scuola e abbiamo cercato di immaginare una primavera del Rolando a partire da prospettive sovrapposte.

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- La stazione Epidemiologica - a cura dell’epidemiologo Annibale Biggeri dell’Università di Padova - ha riflettuto sulla percezione del rischio (questionario effettuato nel novembre scorso) in contesti in cui i fatti sono incerti e le decisioni urgenti (Post Normal Science) e sul concetto stesso di “rischio” tra stime quantitative e percezione dell’ingiustizia subita (outrage);  

- La stazione Storia&Scienza - a cura delle prof. di scienze Elvira Lembo e Cristina Toniolo e delle prof. di storia Anna Lisa Perazzolo e Sara Campanella - ha proposto mappe geomorfologiche ed idrogeologiche del territorio e documenti di archivio (dal 1891 al 1987) da cui partire per comprendere la trasformazione del luogo nel tempo;

- La stazione Diritto&Caratterizzazione - a cura della prof Bartolomeo e del prof Vitale con la partecipazione di Luca Cattin, cittadino di Piazzola e membro del Comitato Consultivo degli utenti Bacino di Brenta - ha cercato di focalizzarsi sulla legislazione del rischio e dell’ambiente mostrando le misurazioni attualmente in corso nel nostro terreno;

- La stazione Testimonianze - a cura della prof Scremin con la preziosa partecipazione di Federico Rampin, Giuseppe Barichello, Bruno Pilotto e Amelio Anzeliero - ha intrecciato memoria e vissuto di persone collegate in vario modo al terreno della scuola, facendo passare di mano in mano la terra con scarti di pirite assieme alle voci dei ricordi. Una legacy (che è “eredità materiale”) ritrovata.

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Lo scopo di questa mattinata è stato prendere coscienza che il cambiamento può iniziare dal prendersi a cuore chi e cosa ho accanto… Alle studentesse e agli studenti del Rolando risulta abbastanza chiaro che il problema non è tanto l’allarme nel presente, quanto la cura per il futuro. Questa cura ha inizio dall’impegno a conoscere in contesti urgenti e incerti.

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Conserviamo alcune delle loro risposte alla domanda:

Perché anche io mi dovrei interessare a questo luogo, ora che so dell’inquinamento?

Perché se qualcuno se ne fosse occupato in passato, ora non saremmo noi a pagarne i danni.

Alla luce di queste problematiche non possiamo non agire e stare a guardare, il problema non va ignorato né procrastinato. Ma cosa possiamo fare noi? Dobbiamo coalizzarci in modo deciso per una causa comune e portare questa tematica alla luce in modo da attirare l’attenzione di chi ha più possibilità nel concreto di agire.

Delegare all’infinito è inutile e il pensiero “io non faccio la differenza” è falso perché chiunque poi, dopo di noi farà lo stesso ragionamento. Se non mi muovo io non lo farà nessun altro.

Questo problema ci riguarda per il fatto che ha toccato le generazioni passate creando anche gravi danni di salute, sta toccando la nostra generazione e se nemmeno noi ce ne occuperemo a fondo ne andrà del futuro nostro e dei nostri figli come anche della nostra educazione

Noi dovremmo occuparci di questo inquinamento sia per noi che abbiamo tutto il diritto di essere istruiti in un luogo sicuro senza rischi sia per le persone che arriveranno dopo di noi, in quanto consci di quello che è successo non dobbiamo fare lo stesso errore di coloro che possedevano la fabbrica e cioè lasciare il problema agli altri

Ci siamo resi conto del problema dell’inquinamento. Siamo, in prima persona, preoccupati. Puntiamo a sistemare il problema prendendo consapevolezza e miriamo a salvaguardare l’ambiente. Dispiace non poter praticare sport e vivere gli spazi all’aperto.

Per permettere alle persone che verranno dopo di noi di ricevere un’istruzione adeguata e stare in un luogo sano e protetto.

Girarsi dall’altra parte e far finta di niente non è mai una opzione. Serve tanta volontà e voglia di agire per salvaguardare la nostra scuola senza danneggiare l’ambiente.

Per la salute bio-psico-sociale dei cittadini.

Crediamo che questa questione ci sta a cuore perché è in primis una realtà che viviamo e che quindi ci coinvolge anche a livello sanitario, ma anche perché, essendo la generazione che avrà in mano il futuro, i colpevoli diventeremo noi se non ce ne prendiamo cura, pur essendo vittime di questa storia. 

Saremmo ipocriti a parlare di sostenibilità, senza poi agire ed essere consapevoli nel e del posto in cui viviamo.

Siamo noi che ce ne dobbiamo occupare, sennò chi dovrebbe farlo?

Perché voglio essere migliore rispetto a coloro che mi hanno preceduto

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Tutte le risposte delle studentesse e degli studenti (comprese quelle del questionario GModuli) saranno appese nel corridoio della scuola.

Pubblicato il 31-03-2022